Gli anziani abbandonati al tempo del COVID19

Gli anziani fragili

Analizzando i numeri e le statistiche dell’OMS che dell’ISS, statistiche in continuo aggiornamento da quando il COVID19 è entrato nella nostra quotidianità, si può facilmente evincere che le fasce d’età più colpite da mortalità sono quelle tra i 65 e i 90 anni.

Ciò che quanto sta accadendo ha messo in luce, non è solamente l’elevata mortalità degli anziani ma soprattutto la fragilità degli stessi.

Gli anziani fragili infatti, sono ad alto rischio di disabilità funzionali, psico-sociali e cognitive, rendendo così difficile un ritorno alla normalità pre-infezione.

Con il termine “anziano fragile” si fa riferimento a quelle persone che sottoposte ad un forte stress quale può essere la pandemia di COVID19, questi non riesce a contrapporsi con una risposta quantomeno adeguata e per una serie di motivi, anche in maniera repentina cede e si lascia sopraffare lasciando così spazio alla possibilità che eventi estremamente negativi possano prendere il sopravvento: morte, peggioramento delle sue condizioni di salute generale e/o disabilità.

È di fatto la descrizione medica di persone che hanno difficoltà a riprendersi da malattie e incidenti quotidiani.

La confusione mentale come sintomo

Nel breve periodo, causato da un virus ad oggi ancora poco conosciuto, i ricercatori pensano di aver scoperto che gli anziani classificati come “fragili” avevano maggiori probabilità di aver avuto il delirio come uno dei sintomi con il quale si manifestava il virus.

La “fragilità” come detto, è un termine medico che indica una condizione di precario equilibrio psicofisico in cui un evento normalmente di scarso rilievo provoca importanti cambiamenti dello stato di salute. Possono bastare l’aggiunta di un nuovo farmaco a quelli che un anziano sta già assumendo, uno stato influenzale o un piccolo intervento chirurgico, e inizia a manifestarsi un peggioramento generale delle condizioni di salute. Hanno anche maggiori probabilità di cadere o finire in ospedale quando si ammalano.

La situazione nelle case di riposo

Negli ospedali il numero degli anziani è stato elevatissimo sopratutto durante la prima fase della pandemia di COVID19.

Non di meno la situazione è stata preoccupante e drammatica anche nelle case di riposo. Sono circa 300 mila gli anziani che annualmente vengono assistiti e accuditi presso le strutture dei presidi residenziali, socio assistenziali e socio sanitari, presenti in Italia.

Gli anziani ivi presenti sono nella grande maggior soggetti estremamente fragili e costituiscono quella parte della popolazione maggiormente soggetta ai rischi derivanti da un eventuale contagio da COVID19.

Vivendo inoltre all’interno di una comunità molto stretta, un eventuale contagio causato da veicolazioni esterne, potrebbe avere una diffusione molto rapida, con le consegue che facilmente possiamo immaginare.

La solitudine degli anziani

La fragilità psico-sociale degli anziani, a causa della diffusione e della pandemia causata dal COVID19 ha aggravato la solitudine degli anziani.

Le prime conseguenze che si possono riscontrare sono quelle derivanti dalla gestione della quotidianità, delle faccende domestiche e l’azzeramento quasi completo dei rapporti sociali, quotidiani, che danno agli anziani la possibilità di migliorare la propria vita. Momento particolarmente difficile a causa di una rinnovata richiesta di chiusura totale dei punti di aggregazione per gli anziani.

Una parte di questo improvviso distacco può essere recuperato con l’utilizzo della tecnologia ma ad oggi, non sono ancora completamente sufficienti nell’utilizzo delle tecnologie moderne.

Sempre più spesso, per le strade, nei locali ma soprattutto sulla rete stiamo assistendo ad un fenomeno di sottovalutazione della pandemia da COVID19, attraverso l’utilizzo di frasi quali “ma alla fine colpisce solo gli anziani” oppure “sì ma tanto i giovani senza patologie non rischiano nulla”.

Non è a rischio solamente il mondo degli anziani ma anche il nostro futuro; futuro che sempre affonda le sue radici nel proprio passato e nella sua memoria storica.

Aiutare e curare gli anziani è fondamentale per ogni società:

  • acquistare tecnologie per l’assistenza domestica e tecnologie che ci avvicinino ai nostri anziani, nonostante la loro potenziale difficoltà nell’utilizzo degli stessi.
  • utilizzare i mezzi di trasporto per anziani messi a disposizione dalle associazioni presenti nei propri comuni, sia per eventuali trasporti in ospedale ma anche per le commissioni quotidiane;

I risultati dimostrano che un impegno costante volto a garantire la libertà, l’autonomia e la mobilità di tutte le persone con difficoltà motorie presenti nella nostra comunità, regala sempre un sorriso carico di gioia a tutti.

(Nuova Mobilità Sarda)