
Autonomia in movimento
Come possiamo educare, rendendoli attori e non spettatori, questi nostri figli e le generazioni future, al rispetto ed alla comprensione delle disabilità, alla ricerca costante di nuove soluzioni funzionali per la vita di tutti, allo studio dell’abbattimento delle barriere architettoniche per la costruzione di una città più funzionale e fruibile?
Pensiamo che insegnare l’autonomia ai nostri figli possa essere un buon punto di partenza per far comprendere loro quanto le “barriere” possano essere un vincolo frustrante per la crescita di ognuno di noi. Tendiamo a voler manlevare i nostri figli dai pesi che un tempo potevano essere considerati il fardello da portare per diventare grandi. Così anche semplicemente insegnare loro ad allacciare le scarpe diventa uno stress al quale non vogliamo sottoporre i nostri figlioli.
Cosa significa educare i bambini all’autonomia e alla propria indipendenza?
Significa seguirli e indicare loro, con pazienza, la strada che devono seguire per poter sviluppare le proprie capacità.
Bimbi autonomi
Il ruolo di un buon genitore, di un buon insegnante, è quello di spiegare non tanto con le parole ma nei fatti, il significato della parola autonomia.
Dobbiamo insegnarglielo nei gesti ancor più che nelle parole. Metterlo di fronte ad un problema e sostenerlo comunicandogli che sarà in grado di farcela da solo (ma non sarà solo) è il miglior modo per far sviluppare ai nostri figli le capacità di problem-solver generando in loro la capacità di affrontare sempre meglio le frustrazioni dovute agli insuccessi.
I bambini hanno un bisogno assoluto per la propria crescita personale, di sviluppare la propria autostima, la fiducia in se stessi ma con la consapevolezza che non saranno mai da soli.
Questo messaggio è importantissimo, perché consente al piccolo di costruire una sana autostima e fiducia in sé stesso e nelle proprie capacità, aspetti che si riveleranno fondamentali per lo sviluppo.
Autonomia e disabilità
Aumentare la consapevolezza di ciò che significa realmente l’autonomia, mettendo i ragazzi davanti alle prove avvolte frustranti del “devo farcela” e del “ce la puoi fare” ha il potere straordinario di far comprendere ai nostri ragazzi cosa significhi affrontare una prova e di conseguenza cosa significhi affrontarla partendo con il carico a volte estremamente gravoso di una disabilità.
La parola “Autonomia” per le persone disabili, non significa solamente metterli nella condizione di acquisire nuove competenze ma riconoscersi adulti tra gli adulti e di conseguenza sentirsi tali.
Le finalità della Legge 162/98, concernente misure a sostegno di persone con disabilità gravi, prevede infatti appositi finanziamenti per la realizzazione di interventi finalizzati al sostegno della vita quotidiana e a facilitare l’autosufficienza e la possibilità di integrazione sociale delle persone con gravi limitazioni all’autonomia.
L’obiettivo è favorire la permanenza a domicilio attraverso il conseguimento del massimo grado di autonomia della persona con disabilità, mediante l’attuazione di interventi socio-educativi ed assistenziali.
Sensibilizzazione
L’integrazione dei ragazzi con disabilità nella società e nella quotidianità può essere migliorata solo se i ragazzi, all’interno delle strutture scolastiche ma molto prima ancora all’interno del proprio nucleo familiare, sono stati adeguatamente preparati e sensibilizzati al problema e se la scuola e/o la famiglia adottano strategie orientate all’integrazione e alla comprensione delle disabilità.
L’atteggiamento dei bambini ma sopratutto degli adolescenti nei confronti dei compagni di scuola con disabilità dipende sia da fattori individuali, che affondano le proprie radici nella cultura familiare e scolastica, derivanti dalla sensibilità, ma anche dalla cultura e dalle esperienza personali che da fattori ambientali.
Dobbiamo creare ogni giorno le condizioni per il superamento delle disabilità, sia dal punto di vista infrastrutturale ma sopratutto empatico. L’empatia può aiutarci, in questo impegno, a superare la nostra stessa percezione del mondo che ci circonda, che talvolta limita le stesse possibilità di tale superamento.